martedì 11 settembre 2007

Perchè il marketing fa fatica a comunicare se stesso

In affari e finanza di ieri, Giampaolo Fabris fa una severa riflessione sulla considerazione del marketing nell'opinione pubblica e nelle aziende, prendendo spunto dalle dichiarazioni dell'onorevole Cesa in merito alla fondazione del nuovo partito di Berlusconi.
Con le affermazioni : " è solo marketing", "è tutta una montatura pubblicitaria"... si associa a questa disciplina un termine totalmente negativo come a definire questa attività come inutilmente fuorviante rispetto alla realtà, e tutta una categoria di professionisti, quali fomentatori di fumo negli occhi.
Ora, spezziamo una lancia a favore di questa considerazione, dicendo che l'immagine costruita del nostro "onorevole" Berlusconi, non ha certo giovato alla categoria... visto che la maggior parte di chi non conosce l'argomento associa il marketing a Berlusconi già da una ventennio...
ma con questo post, vorrei superare le considerazioni politiche, percommentare invece le conclusioni di Fabris. Fabris individua una necessità e propone di rifondare i principi della disciplina che " non può più ..."

Il marketing soffre di tre ordini di problemi:

1) una bassa reputazione sociale, figlia di una sostaniale non conoscenza, e di uno storico consolidato. Eppure, la finanza non è certo trattata e considerata alla stessa maniera, ma, come qualsiasi strumento, se utilizzata male, fa molti più danni del marketing;

2) il mktg è vissuto come un costo ancora da molte aziende: una attività che non produce ricchezza. questo considerazione è immediatamente smentibile: si pensi quanto la reputazione aziendale sia basata sul corretto coordinamento di tutte le attività di marketing , comunicazione e pubbliche relazioni; e quanto la vendita dei prodotti e servizi sia basata su un corretto marketing mix;

3) gli effetti e risultati della comunicazione e delle attività di marketing non sono valutabili e misurabili. Qui sopraggiungono a difendere l'attività molti strumenti. Quelli di analisi e interviste che si possono attuare al fine della misurazione del raggiungimento degli obiettivi del piano marketing (naturalmente vanno prima esplicitati), e a tal proposito segnalo il libro
Valutare i risultati della comunicazione di S. Romenti;


C'è uno strumento più importante però che nell'analisi di Fabris non viene individuato e che invece non può essere sottovalutato: il web!

Non solo il web ha trasformato considerevolmente il marketing, ma la possibilità di misurarne i risultati - tutti verificabili oggettivamente - e sta naturalmente modificando anche la sua reputazione. Come ? attraverso il social network, attraverso l'informazione, la conoscenza proveniente dal basso, dove ognuno di noi è in grado di giudicare l'attività di una azienda e dei suoi prodotti.
Uno strumento tanto potente, in grado di decretare successi da operazioni innovative a basso costo, quanto decretare clamorosi insuccessi di faraonici investimenti aziendali.

Bene, il web sarà la leva più efficace per migliorare e disciplinare spontaneamente la reputazione stessa del marketing.

Quindi, il marketing è già oltre... mktg 2.0



1 commento:

Marco Chiesa ha detto...

marketing 2.0 In effetti la rete sta cambiando molte carte in tavola. Il libro "Wikinomics" è uno straordinario trattato della nuova economia della collaborazione, permessa anche e soprattutto dal web 2.0